Tutte le volte che preso un pezzo di carta tracciamo il profilo di una montagna, inconsapevolmente stiamo disegnando lui: il Monviso. Con la sua inconfondibile forma piramidale perfetta il gigante delle Alpi Cozie, Viso, come lo definisce la gente dei dintorni che lo scruta ogni giorno all’orizzonte, si stacca dalle altre vette circostanti e si rende unico e riconoscibile da distanze impensabili. Caratteristica questa che fin dall’antichità lo ha reso “visibile” (da cui il nome di origine romana Mons Vesulus) rispetto ad altre montagne più elevate e che ha contribuito, nel corso dei secoli, a farne scrivere affascinanti pagine di storia.
Percorrere i sentieri intorno a questa affascinante montagna, diviene allora un’incredibile avventura naturalistica e storica allo stesso tempo! Oltre le rocce scoscese che svettano sopra le teste degli escursionisti, i profumi selvatici portati
dalle fresche brezze delle vallate e i panorami mozzafiato, in questo magnifico ambiente montano possiamo immaginarci ai tempi che furono al seguito di Annibale con i suoi elefanti diretti al Colle delle Traversette (diversi studi ne confermano il passaggio proprio da questo colle durante la campagna in Italia contro i Romani) o tra le carovane di mercanti che durante il Medioevo raggiungevano Grenoble in Francia attraverso il Buco di Viso, il primo traforo alpino della storia datato 1480, e così via fino ai tempi più recenti.
Con i suoi 3841 metri di altezza il Monviso è stato inoltre tra le grandi vette scelte dai primi esploratori inglesi e, non dimentichiamolo, la montagna che ispirò in Quintino Sella l’idea di fondare il Club Alpino Italiano, a cui è intitolato l’omonimo rifugio posto nel versante del Pian del Re. Oltre al più conosciuto e ben segnalato “giro del Monviso” numerose sono le varianti e gli itinerari che si possono percorrere in questi meravigliosi scenari, senza dimenticare, all’arrivo o alla partenza, di immergere almeno mani e viso nelle fresche acque delle sorgenti del Po.